Ciao, come possiamo aiutarti?

Diritto penale dell’ambiente

INTRODUZIONE

Il diritto penale ambientale ha assunto negli ultimi anni crescente rilievo nel nostro ordinamento in conseguenza dell’attenzione sempre maggiore che il legislatore ha dedicato al bene ambiente. Molteplici sono infatti le norme emanate in quest’ambito al fine di prevenire e reprimere il verificarsi di danni ambientali, intesi come “qualsiasi deterioramento significativo e misurabile, diretto o indiretto, di una risorsa naturale o dell’utilità assicurata da quest’ultima” (questa la definizione offerta dall’art. 300 d.lgs. 152/2006 e successive modifiche ed integrazioni).

Da ultimo, lo studio affianca le imprese in relazione alla tematica della sostenibilità, prestando la sua consulenza nella complessa fase storica e aziendale della transizione energetica.

La profonda conoscenza del rischio penale consente di offrire anche puntuali interventi di consulenza e compliance aziendale alla propria clientela: si pensi all’importanza del principio di precauzione, oppure ai complessi rapporti fra rispetto di normative e autorizzazioni, e le contestazioni di illeciti da parte dell’autorità amministrativa.

I REATI AMBIENTALI

La previsione di appositi reati ambientali  nel nostro ordinamento ha visto un’evoluzione negli anni. Originariamente esistevano illeciti di carattere contravvenzionale, ora contenuti nel Testo Unico dell’Ambiente (d.lgs. 152/2006). La giurisprudenza ha però spesso considerato tali figure insufficienti per tutelare i fenomeni più estesi di compromissione ambientale, facendo così sovente ricorso a reati che tutelano beni giuridici diversi dall’ambiente, come ad esempio quelli contro l’incolumità pubblica. Sono state frequenti, negli anni, le contestazioni di disastro ambientale fondate sulla norma che punisce il “disastro innominato” (art. 434 c.p.), prevista però dal legislatore per gravi eventi istantanei e catastrofici, assimilabili al crollo di costruzioni o ai grandi incidenti ferroviari.

Dopo l’approvazione del d.lgs. 121/2011, che ha permesso che degli illeciti ambientali allora vigenti potessero rispondere anche le persone giuridiche, la riforma più rilevante è quella di cui alla legge n. 68/2015, che ha contribuito ad accrescere notevolmente la tutela penale dell’ambiente inserendo nel codice penale il nuovo titolo VI-bis sui delitti contro l’ambiente e introducendo nuove e specifiche fattispecie penali, che nel linguaggio comune vengono indicati come “ecoreati”. Con questa novella il legislatore ha inteso predisporre una tutela diretta del bene-ambiente, introducendo nuove figure specificamente volte a punire le fattispecie di inquinamento ambientale (art. 452-bis c.p.) e di disastro ambientale (art. 452-quaterc.p.), commesse sia con dolo che con colpa, oltre a riscrivere la norma incriminatrice relativa alle ipotesi di omessa bonifica (oggi, art. 452-terdecies c.p.). Il trattamento sanzionatorio di queste condotte prevede limiti edittali molto alti (per il disastro ambientale la pena massima è pari a quindici anni di reclusione) e, in numerose ipotesi, anche la confisca del profitto del reato o di beni ad esso equivalenti.

L’attuale configurazione del diritto penale ambientale impone di confrontarsi con una realtà complessa e necessariamente multidisciplinare, potenzialmente foriera di rilevanti rischi. Nella prassi è infatti frequente la contestazione di illeciti ambientali anche nella sfera imprenditoriale, con coinvolgimento di figure apicali della società o persino della stessa persona giuridica, dal momento che, come visto, determinate fattispecie di reato possono rappresentare il presupposto della responsabilità amministrativa degli enti.

L’ASSISTENZA LEGALE

Lo Studio Legale Baccaredda Boy vanta una pluriennale esperienza in tema di diritto penale dell’ambiente. Da anni presta assistenza legale nella difesa dei vertici aziendali in noti processi, a partire da quello che ha riguardato il Petrolchimico di Porto Marghera. Lo Studio Legale Baccaredda Boy ha inoltre assunto incarichi nei processi relativi ai siti industriali di Bussi sul Tirino, di Spinetta Marengo e di Crotone per le problematiche relative all’inquinamento ambientale e all’avvelenamento delle acque e si occupa attualmente del processo relativo allo stabilimento siderurgico Ilva di Taranto. Lo Studio Legale Baccaredda Boy offre tutela legale in tema di diritto penale ambientale anche con riferimento a problematiche legate alla gestione di impianti che producono energia da fonti rinnovabili (quali impianti eolici, centrali idroelettriche e termovalorizzatori).

Lo Studio Legale Baccaredda Boy si trova spesso ad affrontare ed approfondire temi di straordinaria complessità, sia per le problematiche volte ad individuare le supposte cause dell’inquinamento, sia per la necessità di ricostruire l’evolversi della normativa in materia di tutela delle matrici ambientali, delle conoscenze in tema di pericolosità delle sostanze, oltre che delle tecniche di bonifica dei siti inquinati, sia ancora per la ricostruzione del metro dell’agente modello all’interno di grandi imprese.